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giovedì 29 ottobre 2009

I segni del clima che cambia

di giorgio crippa




Lo scorso anno sono tornato al Rifugio Porro, in alta Val Malenco, dopo un'assenza di circa trent'anni.

E' situato in una valle bellissima dominata dalle cime del Monte Disgrazia e del Pizzo Cassandra, ed è raggiungibile in circa un'ora da Chiareggio.

Sono rimasto impressionato dal regresso del ghiacciaio Ventina, che è raggiungibile dal rifugio con un'ora di cammino.

Ho trovato in archivio una foto scattata nei primi anni sessanta e il raffronto con quella fatta nel 2008 mostra in tutta evidenza l'entità del collasso.

Quest'anno ho ripercorso il sentiero glaciale, con l'amico Michele Comi, guida alpina e geologo,

il quale ci ha fatto osservare un tronco di acero giacente sulla morena che in un primo momento non ci aveva particolarmente impressionato.

Giaceva da almeno quattrocento anni, e confrontando le dimensioni, con quelle dei radi alberi circostanti, abbiamo potuto constatare come nel 1600 la vegetazione si fosse spinta più in alto della quota attuale di circa 2.200 metri, segno evidente che il ghiacciaio era molto più arretrato rispetto alla fronte attuale.

Il fatto che il clima abbia un andamento ciclico nel corso dei secoli è una verità accertata, ciò non toglie che noi stiamo dando una forte accelerata al riscaldamento in atto della terra le cui conseguenze sono ben visibili sulle nostre Alpi.
Giorgio Crippa

3 commenti:

Anonimo ha detto...

bravo Giorgio, hai rotto il ghiaccio!
alla faccia dell'arretramento dei ghiacciai.

agli altri amici, rotariani o ex,
sicuramente più anglofoni di me, chiedo:
quello di Giorgio si può definire
un post-president?

Solimano ha detto...

Interessante la questione posta da Alberto. Direi che oggi la definizione è esatta.
Se ci fosse un post di un precedente presidente dell'associazione, la definizione dovrebbe essere, a mio modesto avviso, un post-post-president.
Complimenti, Giorgio Crippa, per la rottura del ghiaccio. Ho molto rimpianto per le escursioni in montagna, ahimè!

saluti
Primo

ottavio ha detto...

Giorgio,
quest'anno, il 2 agosto, ho partecipato all'adunanza della sezione CAI di Agordo. Il luogo era sulle falde del monte Agnér, una cima del gruppo delle Pale di S. Martino, nelle Dolomiti sudorientali. Ho avuto la bellissima sorpresa di rivedere i ghiacciai/nevai degli anni '50, merito senz'altro delle abbondanti nevicate di questo inverno.
Ho pensato "se tutti gli inverni ci fosse la stessa abbondanza di precipitazioni non staremmo a piangere per il ritiro dei ghiacciai".
Però, l'estate è stata piuttosto calda, e non sono tornato a vedere quanti ne sono rimasti...

Giorgio Casera